01/11/07

aiem

nell'indecisione
mi do alla metrica
episcopale.

cosi che la prefezione
formale

possa occultare

il mio caos
animale

che t'amo.

14 commenti:

Alessia Marrocu ha detto...

e perchè occultare?
piuttosto se indecisione e caos animale tra un verso e un altro prendo treni e partono per luoghi lontani...
il punto finale resta solo e un po triste.

dimitri.kolp ha detto...

io pensavo
di essere sperimentale da un punto di vista stilistico-grammaticale.
ma mi sbagliavao.
naturalmente c'è chi fa molto meglio.
brava alessia.
aspettiamo il link al tuo blog.

Alessia Marrocu ha detto...

non dico affatto che la perfezione formale vada presa come regola assoluta.
Però quando si sceglie uno strumento per esprimersi, sia esso formalmente elevato oppure no, è opportuno padroneggiarlo con destrezza, altrimenti ciò che si scrive si perde in cammino e non arriva a destinazione...
Dicevo: l'indecisione e il caos animale, vorrei tanto sentirli, però tra un mini-verso e l'altro si disperdono, pendo treni, aerei e navi spaziali abbandonando la poesia a se stessa...e a chi legge restano lettere e segni, che finiscono per sembrare spesso troppo uguali tra loro.

dimitri.kolp ha detto...

azz. grazie dei complimenti. l'obiettivo di quello che scrivo è esattamente quello. essere incompiuto. a pezzi. lasciare al lettore la possibilità.
di ricomporlo a piacere.
di riviverlo con dipiacere.
di soffrirne davvero.
diperdersi è un'aspirazione.
inevitabile.

p.s. lo sperimentalismo o meglio le cose poco riuscite hanno senso perchè questo è un blog e non un libro. quando mi chiederanno di pubblicarlo ti chiederò di scrivere la prefazione e sceglierò le cose pubblicabili con un pubblico sondaggio.

Alessia Marrocu ha detto...

il mio caos e la mia indecisione son fin troppo preoccupanti perchè io possa scrivere...non è la mia strada. Però leggo, leggo disegno e costruisco...
http://aycu09.webshots.com/image/32648/2006294811937925905_rs.jpg

Anonimo ha detto...

nell'indecisione, piuttosto, datti alla metrica dei metri.. di distanza! forse riuscirai meglio nella poesia di migrazione, perchè in quella amorosa mi hai delusa..
questo "amore", che mi sembra rinchiuso tra sbarre delle parole, soffocato in un grido senza voce, che nel salto tra pensiero ed azione cade nel vuoto abissale di una bara, che rimane paralizzato in uno spazio intra-temporale, proprio non mi convince..

Anonimo ha detto...

capiamoci...
ho capito che il tentativo era di essere incompiuto, ma se vuoi che almeno dei frammenti arrvino a qualcuno,al lettore lascia un qualcosa da ricomporre e da percepire, se pur disperso.
Altrimenti restano solo parole, come mucchietti di lettere senza ne importanza ne suono.
Già, proprio come un grido senza voce.

Anonimo ha detto...

Sulla funzione né/ne:
Né= CONGIUNZIONE (Nè caldo nè freddo; né alessia né ramona nè miss free nè le lollypop!!!)
Ne= PRONOME O AVVERBIO (me ne passeresti un pò? me ne vado!)

Pertanto è grave errore utilizzare un pronome o un avverbio al posto di una congiunzione e nel caso specifico è errore grave scrivere "senza ne importanza ne suono".
L'italiano in questo blog ha o almeno dovrebbe avere "una sua importanza e un suo suono". L'italiano!
Fab.

cornelius ha detto...

bravo fab. (l'esempio per il NE' CONGIUNZIONE è riuscitissimo), anche se a volte mi sembra che sia la stessa metrica sghemba e sgrammaticata del poeta ad indurre in tentazione (o in distrazione) i suoi lettori. certo qui parliamo di fondamentali della lingua italiana. comunque, per essere come al solito polemico anche con quelli con cui concordo, ti dirò che qui c'è da concentrarsi sui contenuti prima ancora che sui contenenti.

Anonimo ha detto...

..io direi sui contendenti..al titolo di primo/a della classe in grammatica italiana!

Anonimo ha detto...

vabbé ma si sa già... io e cornelius primi della classe in grammatica italiana...dopo il sommo poeta, bene intesi. Ma in fin dei conti... i galli sulla munnezza.
fab.

Anonimo ha detto...

mi scusi tanto signor Precisetti, ma ho come l'impressione che la lingua italiana subisca spesso e volentieri oltraggi molto più gravi di un accento distrattamente socrdato, e mi restano tra l'altro seri dubbi sul fatto che su questo blog sia il mio "ne" monco a far cadere in basso l'importanza e il suono di questa... poi se si vuole appunto sviare il contenuto parlando dei contenenti è un altro discorso...

Anonimo ha detto...

Mi domando quali contenuti stiate apportando tu e le tue "amiche del Cioè", mia cara disattenta lettrice... E poi fosti tu (o erro?) a sottolineare l'importanza di "padroneggiare con destrezza" lo strumento linguistico?.
E quindi continua a "leggere e disegnare" e ancora a leggere.
Saluti.

Anonimo ha detto...

Beh, non perché voglia difendere la categoria “Amiche del cioè” , qua si sta proprio esagerando. [Entra in gioco l’avvocato delle cause perse?][Forse].
Si apportava una semplice critica al contenuto, che non si limita alla forma grammaticale, ma all’essenzialità voluta nei versi, all’effettivo significato che ciascuno di noi può associare e, quindi, quello che vien trasmesso. “Lasciare al lettore la possibilità.” [cito l’autore]
Condivisa o meno, una critica rimane pur sempre una critica e come tale dev’esser considerata, senza inalberarsi, senza appigliarsi al primo errore [avuto, forse, per distrazione]. Lasciamole cattedre a chi di dovere.
Credo semplicemente che utilizzando questi toni non si è più liberi di esprimersi [Libertàelemento cardine che cerca di fornire l’autore, con la “possibilità”].
L. [Fan]